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IL PROCESSO
DI PRODUZIONE |
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Il
materiale:
Per la fabbricazione dei manufatti in legno lamellare incollato
vengono generalmente impiegate tavole di legno di conifera
(specialmente abete rosso, ma anche abete bianco e pino silvestre)
dello spessore di 38 mm, larghe 10-24 cm e lunghe 4-6 metri. Le
tavole vengono accuratamente selezionate, eliminando quelle che
presentano in maniera troppo diffusa i difetti più gravi o
bonificando, ove possibile, i difetti più lievi e circoscritti.
Le tavole vengono quindi essiccate artificialmente, in appositi
forni, per portarle ad un tasso di umidità relativa fra il 7 ed il
15%. Il valore è scelto in base alle condizioni di esercizio
previste per il manufatto finito in modo da raggiungere quelle
condizioni di equilibrio fra materiale e ambiente tali da non
comportare alterazioni dimensionali. Vengono adottati quindi i
valori di umidità relativa più alti per i manufatti destinati
all'aperto o comunque esposti alle intemperie, quelli più bassi per
i manufatti destinati ad ambienti chiusi e riscaldati.
La formazione delle lamelle:
All'uscita dell'essiccatoio, dopo un periodo di stabilizzazione,
inizia la lavorazione per la formazione delle lamelle. Tale
lavorazione ha luogo su una vera e propria "linea automatica", non
dissimile dalle catene di produzione caratteristiche di altri
materiali e manufatti. Si inizia con il controllo dell'umidità di
ogni tavola; tale controllo ha luogo con strumenti ti elevata
precisione (con una tolleranza ammessa del ± 3% rispetto ai valori
prestabiliti), grazie anche al limitato spessore delle tavole (mm
38) rispetto ai legni segati di uso corrente nell'edilizia. Le
tavole che rientrano nella norma vengono quindi "intestate'' (cioè
tagliate per rifinire le estremità) e fresate per realizzare i
giunti "a pettine". Tale operazione è particolarmente importante
perché tale giunto aumenta la superficie di incollaggio di testa fra
tavola e tavola e la sua configurazione deve corrispondere, là dove
esistono, a precise normative (ad esempio la norma DIN 1052
tedesca). Attraverso l'incollaggio dei giunti la tavola diviene
"lamella", la cui lunghezza non è più soggetta ad alcuna limitazione
(a differenza. come si è detto, del legno segato massiccio) se non a
quelle derivanti dalla possibilità di lavorazione nello stabilimento
e di trasporto fino al luogo di impiego. Le lamelle così costituite
vengono quindi| rettificate e piallate per unificame lo spessore
(dai 30 ai 35 mm) e vengono fatte "maturare" per consentire
l'indurimento dei giunti.
La formazione dei manufatti:
A seconda delle indicazioni progettuali, si procede alla fomazione
dei "pacchetti" di lamelle, dell'altezza e della forma voluta.
Le lamelle vengono immesse in una incollatrice a fili che sparge su
una sola faccia l'apposita colla.
La colla deve realizzare un collegamento meccanico quanto più
possibile simile a quello esistente fra due strati di fibre del
materiale originario. |
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Le colle usate sono
essenzialmente di due tipi: all'urea-formaldeide per i manufatti
destinati ad ambienti chiusi e protetti; - alla resorcina per
manufatti destinati ad ambienti umidi od all'aperto. Le colle alla
resorcina presentano una buona resistenza meccanica e stabilità
all'invecchiamento; inoltre una buona resistenza ad acidi, alcali
deboli, solventi, umidità, microrganismi, intemperie, acqua bollente
e calore. Anche gli incollaggi devono corrispondere alle norme
esistenti (ad esempio, per la Germania, le norme DIN 68141 e DIN
68705).
Le singole lamelle cosparse di collante vengono trasportate sul
letto di pressaggio, tipo orizzontale, nel quale vengono
sovrapposte, nel numero desiderato, "di coltello"; una serie di
profili metallici verticali mobili. disposti ad interasse di cm 40
esercita la opportuna pressione sul pacchetto di lamelle
(generalmente 7 kg/cm2). Il tempo di indurimento della colla è
funzione della temperatura dell'ambiente e dell'umidità del legno e
deve essere conforme alle istruzioni dei fabbricanti delle colle;
generalmente esso può variare dalle 16 alle 20 ore. La
configurazione geometrica del letto di pressaggio consente di
ottenere elementi lineari o ricurvi, a seconda delle esigenze
progettuali.La norma DIN tedesca prescrive che il raggio di
curvatura sia maggiore o uguale a 200 volte lo spessore delle
lamelle (in pratica, maggiore o uguale a circa 6 m). Terminato
l'indurimento della colla, hanno luogo le operazioni di finitura:
piallatura sulle quattro facce, taglio a misura, sagomatura e
forature previste per le connessioni metalliche, impregnazione. Gli
impregnanti, pigmentati o meno, costituiscono una difesa contro gli
agenti patogeni (muffe. funghi, insetti). La dimensione dei pezzi
finiti ha i seguenti limiti (sezione rettangolare): - larghezza: cm
8-22, pari a quella delle tavole ( tale larghezza può essere
aumentata affiancando due tavole di larghezza diversa)I - altezza:
fino a cm 198 (tale limite è dovuto soltanto alle possibilità di
lavorazione delle macchine) -lunghezza: teoricamente infinita, anche
se esistono le limitazioni per la lavorazione in stabilimento e per
il trasporto. |
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