Inaugurazione venerdì 3
ottobre ore 16, apertura al pubblico fino a domenica
9 novembre, dalle 10 – 18 tutti i giorni esclusa
la domenica, ingresso gratuito. Coordinatore professor
Giuseppe Ciorra, curatori architetti Alessandro
d’Onofrio; Federica Morgia, Donata Tchou. Enti promotori
Comune di
Roma, Casa dell’Architettura, Ordine degli Architetti PPC di
Roma e Provincia.
L’esposizione eo
- mediterraneo: dal Medio Oriente ai Balcani e ai paesi
Baltici, territori legati agli equilibri e agli assetti di due
aree con cui si rapporta la nazione italiana.
Si
tratta ovviamente di tre contesti politicamente diversi: i paesi
Baltici usciti senza gravi scontri dalla dissoluzione dell’URSS;
la regione balcanica corsa per dieci anni da violenti
conflitti politici ed etnici e ora proiettata verso una
modernizzazione veloce; il Medio Oriente che versa in una
cronica condizione di conflitto/ricostruzione simultanea, in cui
i lavoro degli architetti e degli urbanisti assume di volta in
volta un ruolo e un significato diverso, sempre terribilmente
carico di responsabilità.
Tematica portante
della mostra la ricerca architettonica contemporanea, con
particolare attenzione a quei progetti che coniugano lo sviluppo
economico a quello sociale ed ambientale e non perdono di vista
la specificità geografica e storica di ogni luogo.
Obiettivo dei
curatori, presentare il contributo degli architetti alla
ricostruzione delle regioni danneggiate dagli eventi bellici
degli ultimi vent’anni, provocati dai profondi mutamenti
geopolitici e dall’instabilità dei confini tra i nuovi stati.
Eventi che fanno di chi progetta le città il costruttore di
identità future, necessariamente poggiate su speranze concrete
di civile convivenza.
Una sfida che ha
come primario obbiettivo la ricostruzione di uno spazio urbano
dotato anche di luoghi adatti alle attività e alle relazioni
sociali di popoli con etnie composite e culture diverse; ma che
soprattutto, deve tendere ad individuare i nuovi simboli delle
giovani nazioni, traumatizzate dalla guerra e destrutturate dai
cambiamenti epocali.
Due sono le chiavi
di lettura dell’esposizione: quella diretta al grande pubblico,
che guarda alle vicende dei Paesi percorsi da guerre recenti
dalla prospettiva dell’architettura; quella rivolta agli
addetti ai lavori, interessati alla osservazione dei luoghi
ricostruiti, per cogliere il rilancio del movimento
architettonico nelle forme innovative degli edifici che sorgono,
ideate sotto la spinta dell’urgenza politica e del protagonismo
civile.
L’allestimento composto da strutture
multimediali, pannelli esplicativi e fotografici, pubblicazioni,
è stato elaborato dai curatori interpretando metaforicamente il
tema della ri-costruzione dell’identità delle nazioni.
Contemporaneamente la
Casa dell’Architettura ospiterà
un incontro in due giornate sul tema della mostra:
Identità e architettura in ex aree
di conflitto, mercoledì
3 ottobre dalle 16.30 alle 20 e giovedì 4
ottobre dalle 9.30 alle 11.30. Architetti
palestinesi, israeliani, serbi, bosniaci e croati si troveranno,
finalmente insieme, a parlare di problemi comuni con la comune
volontà di risolverli, pur nelle specificità culturali che li
contraddistinguono. |