Aveva l'audacia dell'ingegnere, la fantasia
dell'architetto, la concretezza dell' imprenditore. Geniale progettista di
edifici spettacolari, Pier Luigi Nervi a differenza della maggior parte dei
colleghi era anche un costruttore. Possedeva un'impresa, la Nervi e Bartoli
spa, fondata a Roma con un cugino, che gli consentì di realizzare in
proprio, "chiavi in mano", quasi tutti i suoi progetti più importanti,
intervenendo di persona in ogni fase del processo costruttivo, dal
primissimo disegno all'ultimo mattone. Uomo di studio e di cantiere, Nervi
era anche professore universitario. "L'invenzione strutturale - insegnava ai
suoi studenti della Sapienza - non può che essere il frutto di un'armoniosa
fusione di personale intuizione inventiva e di impersonale, realistica,
inviolabile scienza statica". Proprio la Sapienza gli ha appena dedicato un
convegno internazionale nel ventesimo anniversario della morte.
"Le opere di Nervi, sintesi di invenzione strutturale e spaziale ed eleganza
naturale, hanno rappresentato per decenni il genio dell'architettura
italiana nel mondo", ha sottolineato il professor Piero Ostilio Rossi, uno
degli organizzatori. L'intervento più applaudito è stato quello di Santiago
Calatrava, lo spericolato ingegnere-architetto spagnolo, star
dell'architettura contemporanea, che in Nervi ha riconosciuto il suo primo
maestro. Un maestro severo. Ingegnere, rimproverava agli architetti la
disattenzione ignorante in materia di statica. Architetto, contestava agli
ingegneri la ruvida mancanza di sensibilità estetica. Costruttore,
sperimentava nuove tecniche industriali (la prefabbricazione strutturale in
cemento armato) e inventava nuovi materiali (il ferro-cemento). Saggista,
denunciava "il distacco tra mentalità matematico-tecnica e
intuitivo-artistica", individuando nella separazione scolastica e
professionale tra ingegneria e architettura la causa principale della crisi
dell'architettura moderna. Una crisi che egli - convinto, con Palladio, che
"la forma è più importante della materia" - cercò di risolvere coniugando
"forza, semplicità e grazia".
"Il più geniale modellatore di cemento armato della nostra epoca" (il
giudizio è di Nikolaus Pevsner) era ligure di famiglia (Savona, dove costruì
il palazzo della Provincia e la nuova stazione ferroviaria), valtellinese di
nascita (Sondrio, 1891), romano di adozione: ufficio in lungotevere Arnaldo
da Brescia, capannone alla Magliana. Laureato in ingegneria civile, debuttò
come progettista a Napoli nel '27, col cinema Augusteo. Si impose negli anni
Trenta, dapprima con lo stadio comunale di Firenze, dove sconcertò i
tradizionalisti inventando acrobatiche scalinate elicoidali sospese nel
vuoto, quindi con le gigantesche aviorimesse costruite per l'aeronautica
militare, dove nelle arditissime coperture a campata unica sperimentò la
prefabbricazione in cemento armato ("il più bel materiale che l'umanità
abbia mai inventato", diceva). Nel '45 uscì il suo libro più famoso,
"Scienza o arte del costruire", ripubblicato un paio d'anni fa con una
prefazione di Aldo Rossi ("È uno dei pochi testi che ho sempre consigliato
ai miei studenti"). Gli anni '50 lo consacrano architetto architetto di fama
internazionale.
Nervi lega il suo nome a due avvenimenti simbolo della nuova Italia del
boom: le Olimpiadi di Roma (sono suoi il Palazzetto dello Sport, lo stadio
Flaminio, il viadotto sopraelevato di corso Francia) e l'esposizione
torinese Italia '61 (il Palazzo delle esposizioni, progettato e costruito in
soli undici mesi). Con Breuer e Zehrfuss firma a Parigi il Palazzo dell'Unesco,
con Gio Ponti a Milano il grattacielo Pirelli. Negli anni '60 è il
progettista italiano più famoso nel mondo. Lo chiamano a San Francisco (la
cattedrale di Santa Maria), a New York (la stazione degli autobus del George
Washington Bridge), in Canada (un grattacielo a Montreal), in Australia (la
cattedrale di New Norcia, presso Perth). Un giorno del '64 riceve un invito
in Vaticano. È Paolo VI in persona che vuole incontrarlo. Gli ha parlato di
lui monsignor Costa, il vescovo conciliare ligure - inviso al cardinale Siri
e amico di Montini - che di Nervi è cugino. Gli affida la costruzione della
nuova aula per i pellegrini. "Uscì dal primo incontro scosso e turbato",
racconta l'ingegner Mario Desideri, ex braccio destro di Nervi: "La sola
idea di dover costruire un edificio all'ombra della basilica di San Pietro
gli procurava un autentico tormento interiore. Fu Paolo VI a rincuorarlo, e
Nervi ritrovò l'abituale, coraggioso entusiasmo".
Morirà nel '79, a 88 anni. L'ultimo suo sogno è il ponte sullo stretto di
Messina. Lo immagina sospeso, a campata unica. A un giovane collaboratore
che lo sconsiglia dal partecipare al concorso - un'impresa troppo difficile,
e rischiosa - l'anziano maestro risponde seccato: "Ma lei è più vecchio di
me!" |