Architetture famose

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“La Repubblica”, 22 dicembre 1999, pagina 28
L'artista del cemento armato
Nervi   di Armando Besio

Aveva l'audacia dell'ingegnere, la fantasia dell'architetto, la concretezza dell' imprenditore. Geniale progettista di edifici spettacolari, Pier Luigi Nervi a differenza della maggior parte dei colleghi era anche un costruttore. Possedeva un'impresa, la Nervi e Bartoli spa, fondata a Roma con un cugino, che gli consentì di realizzare in proprio, "chiavi in mano", quasi tutti i suoi progetti più importanti, intervenendo di persona in ogni fase del processo costruttivo, dal primissimo disegno all'ultimo mattone. Uomo di studio e di cantiere, Nervi era anche professore universitario. "L'invenzione strutturale - insegnava ai suoi studenti della Sapienza - non può che essere il frutto di un'armoniosa fusione di personale intuizione inventiva e di impersonale, realistica, inviolabile scienza statica". Proprio la Sapienza gli ha appena dedicato un convegno internazionale nel ventesimo anniversario della morte.
"Le opere di Nervi, sintesi di invenzione strutturale e spaziale ed eleganza naturale, hanno rappresentato per decenni il genio dell'architettura italiana nel mondo", ha sottolineato il professor Piero Ostilio Rossi, uno degli organizzatori. L'intervento più applaudito è stato quello di Santiago Calatrava, lo spericolato ingegnere-architetto spagnolo, star dell'architettura contemporanea, che in Nervi ha riconosciuto il suo primo maestro. Un maestro severo. Ingegnere, rimproverava agli architetti la disattenzione ignorante in materia di statica. Architetto, contestava agli ingegneri la ruvida mancanza di sensibilità estetica. Costruttore, sperimentava nuove tecniche industriali (la prefabbricazione strutturale in cemento armato) e inventava nuovi materiali (il ferro-cemento). Saggista, denunciava "il distacco tra mentalità matematico-tecnica e intuitivo-artistica", individuando nella separazione scolastica e professionale tra ingegneria e architettura la causa principale della crisi dell'architettura moderna. Una crisi che egli - convinto, con Palladio, che "la forma è più importante della materia" - cercò di risolvere coniugando "forza, semplicità e grazia".
"Il più geniale modellatore di cemento armato della nostra epoca" (il giudizio è di Nikolaus Pevsner) era ligure di famiglia (Savona, dove costruì il palazzo della Provincia e la nuova stazione ferroviaria), valtellinese di nascita (Sondrio, 1891), romano di adozione: ufficio in lungotevere Arnaldo da Brescia, capannone alla Magliana. Laureato in ingegneria civile, debuttò come progettista a Napoli nel '27, col cinema Augusteo. Si impose negli anni Trenta, dapprima con lo stadio comunale di Firenze, dove sconcertò i tradizionalisti inventando acrobatiche scalinate elicoidali sospese nel vuoto, quindi con le gigantesche aviorimesse costruite per l'aeronautica militare, dove nelle arditissime coperture a campata unica sperimentò la prefabbricazione in cemento armato ("il più bel materiale che l'umanità abbia mai inventato", diceva). Nel '45 uscì il suo libro più famoso, "Scienza o arte del costruire", ripubblicato un paio d'anni fa con una prefazione di Aldo Rossi ("È uno dei pochi testi che ho sempre consigliato ai miei studenti"). Gli anni '50 lo consacrano architetto architetto di fama internazionale.
Nervi lega il suo nome a due avvenimenti simbolo della nuova Italia del boom: le Olimpiadi di Roma (sono suoi il Palazzetto dello Sport, lo stadio Flaminio, il viadotto sopraelevato di corso Francia) e l'esposizione torinese Italia '61 (il Palazzo delle esposizioni, progettato e costruito in soli undici mesi). Con Breuer e Zehrfuss firma a Parigi il Palazzo dell'Unesco, con Gio Ponti a Milano il grattacielo Pirelli. Negli anni '60 è il progettista italiano più famoso nel mondo. Lo chiamano a San Francisco (la cattedrale di Santa Maria), a New York (la stazione degli autobus del George Washington Bridge), in Canada (un grattacielo a Montreal), in Australia (la cattedrale di New Norcia, presso Perth). Un giorno del '64 riceve un invito in Vaticano. È Paolo VI in persona che vuole incontrarlo. Gli ha parlato di lui monsignor Costa, il vescovo conciliare ligure - inviso al cardinale Siri e amico di Montini - che di Nervi è cugino. Gli affida la costruzione della nuova aula per i pellegrini. "Uscì dal primo incontro scosso e turbato", racconta l'ingegner Mario Desideri, ex braccio destro di Nervi: "La sola idea di dover costruire un edificio all'ombra della basilica di San Pietro gli procurava un autentico tormento interiore. Fu Paolo VI a rincuorarlo, e Nervi ritrovò l'abituale, coraggioso entusiasmo".
Morirà nel '79, a 88 anni. L'ultimo suo sogno è il ponte sullo stretto di Messina. Lo immagina sospeso, a campata unica. A un giovane collaboratore che lo sconsiglia dal partecipare al concorso - un'impresa troppo difficile, e rischiosa - l'anziano maestro risponde seccato: "Ma lei è più vecchio di me!"

 

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