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Rilanciare Salerno come meta turistica, ridarle un’anima ed un progetto di vivibilità, puntando alla qualità della vita e dell’accoglienza, il tutto passando attraverso progetti di riqualificazione dei servizi, del sistema di trasporto, della risorsa mare, dell’offerta culturale ma soprattutto attraverso una riqualificazione urbanistica complessiva. L’idea di fare di Salerno una sorta di “capitale” dell’architettura italiana ha preso forma alla fine degli anni Novanta con una serie d’opere commissionate già allora, ma ha trovato in questi ultimi anni nuova spinta propulsiva: a partire dall’approvazione del nuovo Piano Regolatore della città affidato al grande architetto catalano Oriol Bohigas e da alcuni progetti di straordinaria rilevanza nella ridefinizione del volto cittadino, affidati – spesso attraverso concorsi d’idee- a grandi architetti di fama internazionale. Così è per la Cittadella Giudiziaria che sta sorgendo nell’area dell’ex scalo merci ferroviario, su progetto di David Chipperfield o per la Nuova Stazione Marittima progettata da Zaha Hadid, snodo fondamentale del progetto complessivo di qualificazione del Fronte del Mare in termini turistici e commerciali: un’ostrica di plexiglas proiettata verso il mare, destinata a diventare uno dei simboli della Nuova Salerno. Così è anche per la Lungoirno, la principale via di collegamento con la periferia realizzata a partire dal 1999 – e che deve porsi come una sorta di boulevard cittadino nella visione di Bohigas – la quale verrà parzialmente ridisegnata da Massimilano Fuksas, con un progetto che prevede la realizzazione, al confine tra i comuni di Salerno e Pellezzano, di edifici per l’edilizia residenziale e commerciale, aree verdi e un nuovo sistema di mobilità. Pensiamo poi al progetto di Tobia Scarpa e Associati per l’innovativo Palasport che sorgerà nei pressi dello stadio Arechi e che doterà Salerno di un impianto di rilievo internazionale; al grande Parco urbano nell’area ex D’Agostino su progetto di Maria Auböck e Janos Karasz vincitori del concorso internazionale indetto: 300.000 metri quadrati di ex cava destinati dopo la bonifica iderogeologica ad ospitare un gigantesco polmone verde, con strutture sportive e polifunzionali, percorsi pedonali, un “parco sonoro” e terrazzamenti per la coltivazione di vite “sanginella” e di olivi; pensiamo ancora al mega-albergo, che ricorderà una vecchia nave anni ’30, progettato dall’architetto napoletano Nicola Pagliara, nell’area dell’ex cementificio - area che nel nuovo Piano Regolatore assume il ruolo determinante di “porta a mare” della Città di Salerno - a colmare il gap di strutture ricettive e di posti letto di cui il capoluogo soffre. Ma tanti altri sono ancora i progetti su cui Salerno punta per rinnovarsi, in un crescendo di iniziative e di azioni sul territorio che trovano possibilità anche grazie alla capacità dimostrata dall’attuale Amministrazione Comunale di saper coalizzare forze e finanziamenti provenienti da soggetti e istituzioni diverse, pronte a sostenere un comune obiettivo: progetti come – tra i vari - il restauro del Palazzo San Massimo (gli Edifici-Mondo) su progetto di Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawan, il restauro del Convento di San Francesco (ex carcere maschile) affidato a Manuel De Las Casas, il restauro del Convento di Santa Maria della Consolazione (ex carcere femminile) di Antonio Monestiroli. |
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