La specificità del contesto
naturalistico e di approccio all’attività produttiva da parte della committenza,
al tempo stesso radicata nella solidità della tradizione toscana e aperta
all’evoluzione del mercato, suggerisce un approccio formale incentrato sul
connubio modernità – tradizione che si traduce, in primo luogo, nella soluzione
tipologica di accostamento di spazi tradizionali (uffici, locali per
invecchiamento, fermentazione, vinificazione imbottigliamento, magazzini, sale
per degustazioni) e non (ambienti destinati all’esposizione al pubblico, sale di
rappresentanza).
Il progetto appare contraddistinto dall’impiego diffuso di un involucro materico:
trasparenza e leggerezza, connotati inconfondibili della produzione
architettonica di Studio Valle che a partire dagli anni ’70 aveva perseguito una
ricerca volta al rovesciamento della poetica della massa, si sostituiscono a
opacità e gravità al fine di garantire un’integrazione ottimale al contesto. Ciò
nonostante, i criteri di indagine spaziale appaiono conformi al linguaggio più
recente dei progettisti che non rinunciano all’analisi non convenzionale del
rapporto spazio-struttura.
Se il manufatto si contestualizza attraverso la scelta del materiale lapideo
quale mezzo in grado di suggerire l’immagine di un’architettura non invasiva,
tuttavia il progetto appare innovativo nella rispondenza alle specifiche
esigenze funzionali e nel formulare un connubio sapiente tra involucro e
contenuto.
La concessione alla tradizione locale, internamente, cede il passo ad una
spazialità disegnata dalla geometria delle travi reticolari.
Le trasparenze visuali non si moltiplicano in sequenze progressive verso il
paesaggio: l’assenza di aperture che lacerino il rivestimento di facciata in
pietra locale, eccezion fatta per i percorsi vitrei di collegamento che
consentono visuali localizzate pluridirezionali, altera l’equilibrio visivo
dell’ interno. Tuttavia, l’ “involuzione” concettuale del paramento murario,
limite materico che impedisce alla spazialità interna di “esplodere”,
moltiplicandosi verso l’esterno, non si traduce in una concezione spaziale
claustrofobica: l’interno collassa, implodendo su se stesso. La permeabilità
visuale non avviene esclusivamente lungo la direttrice orizzontale bensì anche
verticale: il connettivo centrale appare separato dal reparto fermentazione e
vinificazione da un sistema di vetrate a tutta altezza, inoltre, insolite
trasparenze su solai di copertura e intermedi, consentono l’accesso della luce
zenitale e svelano scorci prospettici interni che dalla sala di
rappresentanza si rincorrono nella sala tonneaux delineando il profilo di
un’architettura che, rinunciando a guardare oltre il suo involucro, volge il suo
sguardo verso l’interno; un’architettura introspettiva.
Il progetto, appare conforme alle più moderne teorie in campo enologico:
l’orografia del suolo consente di perseguire un processo di vinificazione “a
caduta”, tecnica che, avvalendosi semplicemente della gravità, permette un
trattamento particolarmente soffice delle uve, la cui buccia resta integra
favorendo l’estrazione delle sostanze in essa contenute, principali responsabili
della qualità dei vini.
Gli spazi parzialmente o totalmente interrati, rispondenti a specifici requisiti
termo-igrometrici, appaiono, quindi, congrui al processo di vinificazione e
invecchiamento.
Il progetto architettonico nasce dalla scomposizione di un elemento unitario
lapideo in quattro volumi diversamente adagiati al suolo, i cui inter-spazi
divengono nastri luminosi che si concludono in quattro appendici, prismi
trasparenti inizialmente concepiti come spazi in cui alloggiare sculture
raffiguranti i quattro elementi primari: acqua, aria, terra, fuoco, emblemi
dell’ invisibile radicamento al contesto naturalistico di appartenenza. I
quattro volumi emergenti con l’austerità e semplicità della loro geometria,
richiamano e reinterpretano la tipologia della costruzione rurale toscana.
Il complesso si sviluppa su tre livelli; il sistema di rampe, scale, ballatoi,
terrazzamenti, oltre ad assolvere la funzione di collegamento tra le diverse
parti del complesso, scandisce la sequenza spazio-temporale del processo di
vinificazione costituendo un vero e proprio itinerario vinicolo. Il percorso
centrale di collegamento, è costituito da lastre di vetro sostenute da
carpenteria metallica in profili di acciaio muniti di appositi attacchi, in
acciaio inox, per l’ancoraggio del vetro.
Il livello interrato, ospita un locale adibito all’invecchiamento in vetro, con
liquido posto in bottiglie contenute in gabbioni di legno. L’accesso avviene
direttamente dal piano superiore, attraverso un sistema di scale destinato al
personale addetto e un montacarichi.
Il piano terra, appare distribuito da un percorso, l’itinerario vinicolo, che ne
ricalca la sequenzialità del processo: a sinistra, i locali adibiti a vendita
diretta, sala degustazione, servizi igienici differenziati; a destra, due locali
destinati ad uffici ed un magazzino bottiglie con accesso direttamente dall’
esterno.
Proseguendo lungo l’itinerario, sulla sinistra sono ubicati il reparto
fermentazione e vinificazione con annesso locale di servizi tecnici propri del
vino, sulla destra il locale di affinamento da cui si accede al successivo
reparto imbottigliamento collegato al piano superiore tramite scale e
montacarichi, che ospita il magazzino cartoni e materiali di confezionamento. Il
suddetto locale di imbottigliamento consente l’accesso al magazzino spedizioni,
direttamente collegato con l’esterno. La parte terminale del percorso centrale,
ospita il nucleo vero e proprio per l’invecchiamento in legno, con il locale
tonneaux e il locale barriques.
Al primo livello si accede tramite una scala ubicata nella parte terminale
dell’itinerario vinicolo. Detta scala, realizzata con struttura e parapetto in
acciaio e gradini in legno. si affaccia sui locali di fermentazione,
vinificazione e affinamento in inox, giungendo al museo del vino e delle
tradizioni contadine. In prossimità del museo è ubicata una sala di
rappresentanza multiuso, destinata alla presentazione dei vini, convegni,
degustazioni, corsi di sommelier. Museo e sala di rappresentanza sono separati
dalla cantina sottostante, su cui si apre una visuale inattesa, attraverso un
etereo “velario” vitreo. La soluzione tecnologica adottata consente di stabilire
un rapporto visuale tra spazi rappresentativi e spazi destinati al tradizionale
ciclo produttivo del vino. La presenza della sala multiuso riveste un ruolo
determinante ai fini dell’incremento di prestigio dell’intervento, di
valorizzazione e promozione di iniziative turistiche e culturali.
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