RELAZIONE TESI:
Marina Cicalini -
Federica Perissi
L’area di analisi si
sviluppa nel quadrante
Ovest di Roma
attraversando tre
municipi,
rispettivamente XII,
XIII e XIV interessando
i quartieri di Medaglie
d’oro, Pineto, Aurelio
nord, Aurelio sud e
Villa Pamphili con
un’estensione pari a
circa 1500 ha.
In particolare
focalizzeremo la nostra
ricerca progettuale in
un’area molto più
ristretta, lungo la
ferrovia Roma-Viterbo
(FM-3) dalla stazione di
Balduina fino a quella
di San Pietro.
Il nostro ambito si
inserisce su un a
superficie molto vasta
che comprende: elementi
di interesse
storico-culturale e
turistico come il
sistema dei forti e del
campo trincerato, nonché
un sistema ambientale di
notevole rilevanza
composto da tre polmoni
verdi (Il parco del
Pineto,il parco di Villa
Pamphili e il parco
dell’Insugherata)
e una serie di piccole
“cellule verdi” , come
il parco di Monte
Ciocci, che a causa di
una mancanza di
collegamenti
trasversali, risultano
separati dall’intero
sistema.
L’individuazione dei
diversi tipi di rapporti
che esistono tra la
ferrovia ed il contesto
urbano ed ambientale che
la circonda, ha
scaturito una proposta
progettuale che ha
mirato alla creazione di
un parco lineare che
diventerà un’arteria
verde con assi
trasversali che si
inseriscono nell’urbano
andando a creare una
connessione non solo
percettiva, ma anche
ecologica attraverso un
sistema alternato di
vegetazione arborea,
arbustiva ed erbacea.
Nel parco l’intervento
mirerà a creare una
connessione tra parchi,
la rimozione delle
specie infestanti per
ripristinare la
vegetazione autoctona e
la riconfigurazione e il
consolidamento tramite
ingegneria
naturalistica.
La prima fase
progettuale, quella che
interessa il quartiere
della Balduina, prevede
interventi che mirano
alla riqualificazione
dell’area, andando a
progettare tutte quelle
aree precedentemente
individuate come vuoti
urbani e che
potenzialmente utili, in
quanto riconvertite in
nuovi luoghi del
collettivo urbano e
messe a sistema con gli
assi trasversali
garantendo un
collegamento da Ovest a
Est con il nostro parco
lineare, ma anche con
tutti gli accessi al
parco del Pineto.
Sulla base del nostro
concept del DNA siamo
state guidate nella
progettazione del
disegno del progetto,
che tramite l’uso dei
suoi filamenti, delle
molecole e della
struttura che ha
permesso la creazione di
funzioni e di elementi
di arredo urbano che
hanno portato alla
trasformazione di un
elemento che prima era
monotono e isolato, a un
vero e proprio parco
lineare capace di legare
e mettere in connessione
tutti i sistemi in un
unico sistema integrato.
A differenza dell’area
urbana di Balduina che
risulta una
riqualificazione del
tratto esistente, l’area
da monte Ciocci fino a
San Pietro prevede una
riconfigurazione e nuova
progettazione per il
proseguimento della
pista ciclo-pedonale.
L’ambito di Monte Ciocci
avrà un approccio
differente improntato da
una parte, sulla
rinaturalizzazione e
consolidamento della
scarpata tramite l’uso
di tecniche di
ingegneria naturalistica
e l’utilizzo di
vegetazione ornamentale
alternato a macchia e
gariga. Dall’altra la
pista ciclo-pedonale
diventa l’asse portante
lungo il quale si
alterneranno una serie
di aree e attività
ludico-sportive e
progetti partecipati
anche con l’agraria,
intercettando due poli
che saranno progettati
come luoghi di belvedere
che permettono la vista
a 360°. Infine la
prosecuzione della pista
avverrà sfruttando
l’antico viadotto di
Valle Aurelia,
inserendosi all’interno
della galleria Villa
Alberici e fuoriuscire
in prossimità di un
luogo strategico sotto
il profilo urbano che
permetta la connessione
diretta con il viadotto
del Gelsomino e quindi
con la stazione di San
Pietro.
Immaginando di
percorrere l’area da
nord verso sud, la
stazione di Balduina è
stata completamente
riqualificata dando una
forte importanza
all’accesso che tramite
un gioco di
pavimentazione in
calcestruzzo stampato,
in accordo con la
promenade, diventa un
vero e proprio affaccio
belvedere che mi
permette di osservare
dall’alto un lungo
tratto del parco. Allo
scopo principale di
creare una connessione e
integrazione tra la
passeggiata pedonale e
la pista ciclabile, il
disegno del Dna assumerà
un ruolo importante. Il
suo andamento curvilineo
si sovrapporrà alla
ciclabile proseguendo
lateralmente creando un
disegno unico e insieme
ai filamenti creerà un
gioco di pavimentazioni
che indirizzerà anche i
fruitori verso gli spazi
funzionali. Dal disegno
del DNA prenderanno vita
in alzato le componenti
funzionali della
promenade, in
particolare pergole con
diversi colori e
composizioni
strutturali, come per
esempio strutture
tamponante o forate con
vegetazione, renderanno
identificabili anche a
distanza le funzioni
sottostanti che
prenderanno lo stesso
colore delle pergole.
Anche
le molecole del dna
prenderanno forma
attraverso un disegno
che riproduce le specie
vegetali utilizzate
viste al microscopio,
sulle quali saranno
disposte una serie di
strutture interattive
gli “Expo i touch” che
forniscono informazioni
riguardo al percorso,
alle funzioni presenti
nel parco, i mezzi
pubblici più vicini
nonché brevi notizie
sulla storia del luogo.
Sul disegno dei
filamenti diversi
portali prenderanno vita
in alzato e forniranno
informazioni relativi ai
km percorsi e alle
funzioni limitrofe. Le
informazioni riguardo le
percorrenze e il
posizionamento del
fruitore rispetto al
parco lineare, saranno
ripetute in tutto il
parco in diverse forme.
In particolare questa
area della promenade
sarà dedicata a mercato
cittadino andando a
spostare la vita
collettiva all’interno
della promenade
attraverso strutture
temporanee. Inoltre
Importante ruolo assume
la vegetazione marginale
che segue il disegno del
Dna costituito da
un’alternanza di
vegetazione arbustiva ed
erbacea con collinette
artificiali alternate ad
orti urbani, il margine
del verde sarà rimarcato
da una serie di sedute
in rivestimento in legno
e lamina di alluminio
traforata creando un
contatto diretto tra
vegetazione e fruitore.
Proseguendo il nostro
cammino si nota come il
DNA assumerà forme e
funzioni diverse andando
progressivamente a
confondersi con la
natura. Inoltre un
sistema alternato di
fioriere di diverse
altezze, pergole con
sedute e l’introduzione
dell’elemento acqua
attraverso dei muri
modulari, permetterà di
creare un margine
permeabile e discontinuo
in cui finalmente si
avrà la percezione
dall’interno verso
l’esterno e viceversa.
Il sistema sarà poi
interrotto
volontariamente in
prossimità del nodo di
intersezione con l’asse
trasversale, allo scopo
di far sostare e far
deviare l’attenzione del
fruitore per informarlo
della presenza dei
parchi limitrofi, azione
che viene sottolineata
dalla presenza di totem
in acciaio corten
traforati con il sistema
del QRcode e di un
orologio solare. Questa
interruzione provoca una
perturbazione che si
espande andando a
inglobare l’intero asse
urbano trasformando un
luogo residuale e
abbandonato, in un nuovo
luogo del collettivo
urbano capace di
connettere in un unico
sistema l’asse urbano
attrezzato, il parco
lineare e il parco del
Pineto.
Proseguendo la nostra
passeggiata all’interno
del parco di Monte
ciocci, la pista
ciclabile passerà sopra
il viadotto storico il
quale verrà
riqualificato
trasformandolo in una
passeggiata narrativa ed
interattiva che
ripercorre la storia
della ferrovia su cui
passava, attraverso una
divisione in aree
temporali e l’utilizzo
combinato di elementi
interattivi, vegetazione
e componenti volti ad
ispirare scenari creando
paesaggi evocativi.
Lo stesso disegno del
dna si evolverà nel
tempo e si comporrà di
tutti i suoi elementi
fino ad innalzarsi da
terra formando un
landmark ben
riconoscibile che
identifica l’accesso al
viadotto. I cambiamenti
di pavimentazione
renderanno facilmente
identificabili le aree
di sosta anche per i
ciclisti che anche
grazie ai filamenti,
diminuiranno la
velocità. Difatti i
filamenti del DNA
disegneranno
pavimentazioni sull’area
pedonale ma diventeranno
anche dossi o elementi
per raccogliere energia
che verrà poi
riutilizzata. L’uso di
componenti mobili e
leggere ma resistenti
formate in compositi
permetterà di scegliere
il lato di affaccio e di
sosta. L’accesso al
viadotto si troverà ad
una quota di 58 m ossia
ad una quota di 5 m
inferiore rispetto al
livello della strada per
questo è stata
predisposta una canalina
di risalita per le
biciclette mentre per i
disabili un ascensore di
risalita. Il nostro
percorso principale
prosegue poi all’interno
del parco portandoci
direttamente a uno snodo
dove si potrà scegliere
se andare verso il
belvedere o proseguire
verso l’area sportiva
passando attraverso
un’area dedicata ai
progetti partecipati tra
la cittadinanza e
l’istituto di agraria
che si trova di fronte.
Questa area sarà infatti
dedicata alla
coltivazione
sperimentale dove si
potranno degustare i
prodotti e venderli con
il mercato a km 0. Il
belvedere est è
un’importante affaccio
verso Roma che vuole
valorizzare non solo le
visuali a 180° ma anche
i Landmark presenti
attraverso giochi sulla
prospettiva. L’affaccio
più esterno sarà
composto da aree
informative che
rispecchiano la storia
del parco e delle aree
limitrofe, per tanto
verranno create 3 aree
che si riferiranno alle
trasformazioni del
territorio durante gli
anni. Proseguendo verso
san Pietro ci troviamo
nel punto di risalita
dalla galleria
sotterranea situato in
un parcheggio privato
delle ferrovie. Il
progetto prevede la
trasformazione di parte
del parcheggio
adibendolo a piazza
attrezzata che faccia
non solo percepire la
presenza e il
collegamento con il
percorso sotterraneo ma
che si ponga anche in
continuità con l’asse
urbano entrando a far
parte di un unico
sistema pedonale. La
piazza sarà
caratterizzata da una
depressione centrale
esattamente sovrapposta
al tracciato sotterraneo
nella quale sono
disposte della
vegetazione erbacea di
tipo officinale e dei
lucernari che permettono
ai fruitori della
galleria di percepire il
termine del percorso
sotterraneo e di godere
della luce naturale e
contemporaneamente
stimolare la curiosità
di chi nella piazza può
osservare il percorso
dall’alto. Il punto di
risalita sarà segnalato
attraverso una pergola
con la geometria
ispirata alla
composizione delle
molecole del DNA con una
struttura in acciaio e
vetro e il segno del DNA
che attraversa la piazza
creerà spazi e funzioni
ludico-ricreative, bike
sharing e servizio di
ristoro.
L’asse
di Via Niccolò V assume
un ruolo importante
diventando elemento di
collegamento tra la
piazza e il viadotto del
Gelsomino pertanto il
progetto prevede la
trasformazione dell’area
carrabile in zona 30
tramite una
pavimentazione che
riprende la
pavimentazione storica.
La vegetazione è
rappresentato da
un’alternanza tra
piccoli alberi, rain
garden e fioriere che
posizionati ai bordi
della strada dividono
l’area pedonale da
quella carrabile andando
a creare un paesaggio
movimentato con piani
vegetali a diverse
altezze assumendo oltre
che un valore funzionale
anche ornamentale e di
connessione ecologica.
L’importante sistema
vegetazionale e della
pavimentazione orienterà
il fruitore nella
percorrenza e definirà
funzioni ed aree di
sosta accompagnando il
fruitore verso lo snodo
terminale che diventerà
un’area di transito dove
si potrà scegliere se
proseguire verso il
viadotto del Gelsomino
accedendo al piazzale
antistante l’ingresso
della ferrovia vaticana,
arrivando quindi
direttamente alla
stazione di San Pietro.
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